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Sono le 7 del mattino di agosto. Una Milano vuota si sveglia al suono delle motoseghe che in piazza Maggi, a sud della città, iniziano a tagliare gli alberi che da oltre trent'anni popolano l'area. Il piano prevede l'eliminazione di oltre 70 alberi e arbusti del bosco per fare spazio al cantiere che in due anni dovrebbe cambiare radicalmente il volto del nodo.

In questo senso, il piano ha certamente raggiunto il suo obiettivo: nel 2001 cittadini, politici e associazioni locali scesero in piazza per creare catene umane intorno agli alberi per impedirne l'abbattimento, ma oggi sembrano passati decenni da quell'agosto, tanto che pochi ricordano come si presentava la piazza prima dei lavori promossi dalla Giunta Albertini e, in realtà, approvati nel 1999. Come dichiarato dai progettisti e dall'amministrazione comunale, il progetto prometteva di creare uno svincolo su tre livelli diversi che, grazie a sottopassi e cavalcavia insonorizzati, avrebbe garantito la fluidità del traffico lungo la strada Famagosta-Cermenate e in direzione dell'autostrada A7 che porta a Genova. In realtà, nel corso degli anni l'iter di approvazione del progetto, concepito nell'ambito della realizzazione della "Gronda Sud" e dell'opera di razionalizzazione dell'accesso alla zona sud della città, è stato tutt'altro che lineare. Il principio di trasformare la natura urbana della rete stradale in una serie di collegamenti espressi, in linea con i parametri della vicina infrastruttura autostradale, risale in realtà alla metà degli anni Novanta, con l'approvazione della superstrada che corre tra piazza Maggi e piazza Kennedy.

Location

Milano

Client

A Monster in the City

PROJECT HIGHLIGHTS

  • Autori: Federico Parolotto, Francesca Arcuri
  • Luglio 2013

Our contribution

Nei quattro anni successivi è stata approvata la costruzione di un nuovo svincolo a tre livelli in Piazza Maggi.

La comunità locale e la società civile hanno reagito immediatamente con il comitato Piazza Maggi - Gronda Sud, costituito nel 1999, che ha respinto il progetto e ne ha chiesto il ritiro. Le ragioni del rifiuto del progetto erano principalmente legate all'impatto che l'opera avrebbe avuto sulle condizioni di vita dei quartieri circostanti e al fatto che le comunità locali non erano state coinvolte nella definizione della proposta progettuale.


Un mese dopo, nel dicembre dello stesso anno, il Comitato ha presentato al TAR della Lombardia un ricorso contro il Progetto di ristrutturazione del nodo stradale di Piazza Maggi. Oltre ad evidenziare alcuni difetti del progetto, la mozione chiedeva anche interventi minori e meno invasivi che non avrebbero cambiato il volto dell'area e, oltre ad essere più economici, avrebbero mantenuto il corretto rapporto tra trasporto pubblico e privato.


Le proteste sono proseguite per tutto il 2000 e per una parte del 2001: cortei e manifestazioni hanno portato in piazza centinaia di persone, che però si sono trovate a scontrarsi con una macchina politica convinta del proprio operato e - a questo punto in procinto di iniziare i lavori - meno disposta al dialogo.


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